Parlare della storia del font Garamond non è semplice, anche perché di questo carattere tipografico esiste un gran numero di varianti, la maggior parte delle quali può essere ricondotta al lavoro di Claude Garamond, tipografo francese del XVI secolo.

Si tratta, quindi, di andare a ritroso nel tempo per parecchi secoli, per scoprire che il Garamond da cui è iniziato tutto è un carattere di stile rinascimentale con grazie. Un font che, sin dalla sua comparsa, ha ottenuto un successo decisamente importante, tenendo conto che, ancora oggi, è tra i più utilizzati nel mondo dell’editoria.

Ma come nasce il tutto? Nel 1530, Garamond decide di adattare diversi modelli italiani di caratteri per dare vita a quello che, nel giro di poco tempo, diventerà il prototipo europeo di carattere. Quando, nel 1561, il tipografo transalpino muore, le sue matrici e i suoi caratteri vanno dispersi: solo una parte si salva, in quanto viene comprata da uno stampatore di Anversa, Cristophe Plantin. Sarà anche grazie a lui che il Garamond sopravviverà: non a caso, la sua stamperia, che attualmente è stata convertita in un museo, mantiene ancora alcuni modelli che sono ritenuti i riferimenti del Garamond originale.

Dal Garamond sono derivate numerose varianti: tra le più famose, vale la pena di menzionare il Garamond Simoncini, che è stato realizzato nella seconda metà degli anni Cinquanta del Novecento su commissione della casa editrice Einaudi da parte di Francesco Simoncini, e che ancora oggi – da quel momento – è il font che viene utilizzato per tutti i libri della casa. Per altro, sono molti altri gli editori che sfruttano il Garamond Simoncini, sulla scia dell’esempio di Einaudi.

Nel 2011, invece, è stata pubblicata una versione libera di Garamond, denominata EB Garamond, per opera di Georg Duffner. Si tratta di una variante che è disponibile su Google Fonts e che è stata rilasciata con licenza SIL Open Font. Quest’ultima è una licenza open source che è stata ideata dal Summer Institute of Linguistics, l’Istituto Estivo di Linguistica, per l’impiego di diversi font Unicode (una licenza che è ritenuta libera dalla Free Software Foundation, e quindi impiegabile).

Il carattere si basa su un esemplare stampato negli ultimi anni del XVI secolo di Egelnoff-Berner, con corsivi e greci derivati da Robert Granjon e con, in più, il ricorso al cirillico. Insomma, le opzioni oggi disponibili per i tipografi sono tante, e non vanno dimenticate Garamond BE, ITC Garamond, Garamond 3, Granjon e Adobe Garamond Pro.