Uno dei temi più spinosi e al tempo stesso più stimolanti per chi si occupa di comunicazione è la scelta del carattere giusto, il font che meglio si addica al progetto grafico commissionato o esprima nel modo migliore il carattere (stavolta inteso come insieme delle caratteristiche peculiari che contraddistinguono una realtà, e il duplice significato non è casuale…) di un brand o di un’azienda.

Meglio un font con grazie o “bastonato”? Moderno o classico? Originale o comune?
Una risposta univoca ovviamente non esiste ma dipende da molteplici fattori, però esistono delle regole e dei principi che oggettivamente possono essere prese come linee guida per la scelta del carattere più appropriato. Vi proponiamo una breve e semplice guida.

IL font o LA font?

A premessa della nostra analisi, uno dei temi che sarà capitato anche a voi disquisire per quanto banale (o inutile) sia è: si dice IL font o LA font?
La traduzione inglese della parola “carattere” che fa parte del gergo quotidiano del settore è infatti font, talvolta utilizzato al maschile o al femminile; e ci sarebbe comunque da precisare che “carattere” e “font” non sono esattamente sinonimi, in quanto il primo si rifesce al singolo carattere tipografico, il secondo sad un insieme di caratteri contraddistinti da una particolare grafia o disegno (es .Times, Helvetica, ecc.), stile (corsivo, grassetto, ecc.) o dimensione.

Ma senza complicarci troppo la vita, possiamo sostanzialmente stabilire che se ci riferiamo ad un carattere tipografico utilizzato per la stampa è preferibile utilizzare l’articolo femminile, la font, mentre se stiamo parlando di web o informatica quello maschile è preferibile considerando che in ambito IT i termini italianizzati sono maschili.

Serif o Sans Serif?

Tornando al nocciolo della questione, dobbiamo precisare anche cosa intendiamo quando parliamo di Serif , un termine che sta ad indicare le “grazie” del carattere, ovvero i tratti terminale delle lettere, e di Sans Serif, riferendosi a quei font molto più lineari (bastoni) che ne sono privi (Sans, dal francese “senza”).

Una delle regole base per la scelta dell’uno o dell’altro tipo è che i caratteri Serif trovano il loro naturale impiego all’interno di grandi blocchi di testo, in quanto le grazie facilitano la lettura: non per niente la loro origine storica è legata a quella della stampa e dove trovano il loro utilizzo naturale. Le grazie, infatti, non hanno solo una funzione estetica ma guidano nella lettura orizzontale, aumentano il contrasto delle lettere con lo sfondo e legano meglio le lettere tra loro: il risultato è una lettura più immediata e meno faticosa.

I caratteri Sans Serif si prendono però la rivincita in determinate situazioni: oltre a essere stati concepiti in epoca più recente e quindi richiamano concetti più moderni e tecnologici, la semplicità e la loro linearità li rende più leggibili nei testi particolarmente piccoli e danno particolare enfasi in quelli molto grandi.
Il vero vantaggio dei caratteri Sans Serif è l’utilizzo sul web e sui dispositivi elettronici: la loro semplicità e linearità li rende visibili e leggibili perfettamente anche a dimensioni e risoluzioni basse, un aspetto quest’ultimo fondamentale se si pensa che le risoluzioni dei nostri schermi sono molto inferiori rispetto alla qualità tipografica, pertanto i caratteri più aggraziati tendono a perdere definizione e risultare meno leggibili.

 

Un classico Times New Roman
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Un Verdana, carattere senza grazie

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In realtà questa dicotomia tra Serif e Sans Serif in alcuni casi non è così marcata: si trovano font che rappresentano un ottimo compromesso tra i due e sono utilizzabili con successo in diversi strumenti di comunicazione, sia online o offine.

Moderno o antico?

Mi devo occupare di un’azienda agricola immersa nel verde della Toscana, che produce in un’antico casolare ancora con metodi tradizionali.
Oppure devo parlare di una nuova azienda Hi-tech che ha sviluppato un sistema di geomapping attraverso l’utilizzo di droni in grado di ricreare mappe dettagliate di un terreno.

Và da sé che leggendo queste brevi descrizioni di due case history completamente diversi si evinca come l’immagine aziendale dei due brand richieda lo studio e l’utilizzo di un font completamente differente nei materiali di comunicazione: se nel primo caso il richiamo alla tradizione, alla genuinità e alla natura richiederà un carattere più rassicurante e classico, nel secondo un font di concezione più moderna, ispirato alla tecnologia e lineare sarà sicuramente più appropriato.

Per capire l’importanza di questo allineamento, pensiamo a fare l’esatto opposto, ovvero a un carattere completamente inadeguato e improbabile per un certo contesto: pensate a un bel Comics Sans per il lancio di un prodotto obbligazionario di una banca; oppure a un Arial per l’apertura di una nuova galleria d’arte d’avanguardia.

Leggibilità e originalità

I font esistenti che si trovano facilmente sul web di certo non mancano, ma non è solo la scelta di quello giusto a determinare il successo di un progetto: è fondamentale anche il modo con cui li utilizziamo nei nostri progetti di comunicazione.

La leggibilità di un testo o di un claim è un aspetto fondamentale: paragrafi troppo pieni, testi troppo condensati, dimensioni troppo piccole o troppo grandi, contrasti cromatici poco efficaci possono vanificare la loro piacevolezza ed efficacia.

Se poi la scelta di font molto comuni può dare un senso di banalità e di poca caratterizzazione, l’utilizzo di font molto originali, indiscutibile in termini di distinzione, può essere talmente esasperato da rendere del tutto illeggibile un testo.

Pertanto, oltre alla sintonia con il brand e il messaggio, è fondamentale ottimizzare la leggibilità e raggiungere un equilibrio tra originalità e standard: se non siete convinti andate sul sicuro, ma non limitate le vostre vocazioni creative.

Un font decisamente originale
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Dove trovo i font

Se la libreria dei nostri computer è già fornita di molti font, se volessimo allargare la nostra possibilità di scelta con una semplice ricerca web possiamo trovare di tutto e di più. Se esistono migliaia di font a pagamento che con qualche decina di dollari ci possiamo accaparrarci, con la filosofia Open Source possiamo anche attingere da siti con font di ogni tipo completamente gratuiti, come Dafont.com.

I font sono suddivisi in famiglie e categorie, e si trova veramente di tutto: script, gotici, tecno, vacanze, western, horror e via dicendo, c’è solo l’imbarazzo della scelta e basta solo un po’ di pazienza nel trovare il font della “storia”.

E infine per i più esigenti che ricercano il massimo dell’originalità e della personalizzazione, sapete che potete creare il vostro font?
Si trovano diversi software in giro, come Font Creator (a pagamento) o FontStruct, quest’ultimo è un editor online completamente gratuito.

Qualche consiglio finale

  1. Cercate di non essere scontati nella scelte delle font (basta Arial!)…
  2. …ma cercate anche di non essere per forza originali e usare font completamente fuori contesto!
  3. Non riempite i vostri progetti di troppi font diversi, ma usatene pochi con le relative varianti.
  4.  Se pensate di allineare il vostro progetto al vostro sito web, scegliete i Google Font che utilizzano i siti più recenti.
  5.  Quando preparate i files di stampa…ricordatevi di trasformarli in tracciati, così siete sicuri che non salti niente.

In ogni caso, qualunque sia il vostro progetto o il font che sceglierete, ricordatevi che per la stampa digitale di grande formato su MePrint.it trovate qualità e convenienza.